criptovalute.io logo

Guida CFD

Il trading online con CFD non vi sarà più sconosciuto al termine della lettura di questa guida: e se avete sempre voluto conoscere i meccanismi che regolano questa pratica senza però capirne il funzionamento, le vostre curiosità saranno soddisfatte con chiarezza e puntualità.

Per iniziare a operare nel trading CFD occorrono pochi elementi alla portata di tutti: una connessione internet, un minimo capitale iniziale e l’iscrizione a un broker autorizzato. Consigliamo di iniziare con una piattaforma semplice che consente di praticare anche con fondi virtuali, come la piattaforma di trading CFD etoro.

Nota: il trading di CFD su critpvalute comporta un rischio significativo per tutto l’ammontare del capitale investito.

Con questa guida scoprirete come sia possibile iniziare da subito, una volta apprese le principali istruzioni che troverete in questa pagina, e senza la necessità di investire ingenti capitali.

Se volete iniziare da subito a mettere in pratica le nozioni che via via apprenderete, qui sotto trovate una lista di piattaforme gratuite che abbiamo individuato per voi: non hanno costi e si può cominciare da subito.


Capitolo 1. Cosa sono i CFD

Per cominciare a operare nel mondo del trading CFD, è necessario sapere da subito cosa si intende per CFD. In questo primo capitolo troverete una descrizione semplice ma esaustiva di questi particolari strumenti finanziari, più informazioni circa la loro origine e il loro funzionamento.

Il CFD

CFD è l’acronimo dell’inglese Contract for difference: si tratta di un accordo tra due parti che si accordano in base alla variazione di valore di un particolare strumento finanziario. Il contratto è a tutti gli effetti un tipo di strumento finanziario, e non ha un valore in sé ma dipende dallo strumento al quale è legato (es. una criptovaluta). Lo strumento di cui si registra la quotazione si chiama asset o “sottostante”.

Ad esempio, il CFD Bitcoin seguirà le performance di prezzo del Bitcoin.

Attraverso il CFD, due parti si impegnano allo scambio di denaro in relazione alla differenza di valore registrata dall’asset, nell’intervallo di tempo delimitato da un’apertura e una chiusura. Sarà il segno più o meno di questa variazione a determinare gli effetti del contratto.

Ciò vuol dire che se il prezzo sale a partire dal momento dell’acquisto di un CFD, il trader otterrà un risultato economico proporzionale alla variazione di prezzo registrata. Vedremo meglio in seguito.

L’intermediario che opera nel trading CFD e che pone in contatto le parti è il broker. La società di broker, oltre a fornire i CFD, mette a disposizione dell’utente una piattaforma dove svolgere l’attività di trading.

Come funzionano i CFD

Come la grafica illustra chiaramente, l’orizzonte temporale di un CFD è limitato da due momenti specifici: l’apertura e la chiusura del contratto.

Con l’acquisto di un CFD, l’operatore (trader) dà inizio al contratto. Al trader spetta la scelta di investire sul rialzo (long) o sul ribasso (short) del CFD, e cioè sulla variazione di valore del contratto dal momento di apertura fino a quello della chiusura.

Scopriamo meglio la differenza tra contratti Long e Short.

CFD di tipo Acquista (Long): vanno scelti quando si prevede un rialzo della quotazione a partire dalla sua apertura. Se tra l’acquisto e la sua chiusura il CFD aumenta il suo valore, il trader realizza un profitto; in caso contrario il suo investimento subisce una perdita.

CFD di tipo Vendi (Short): vanno scelti quando si prevede un ribasso della quotazione a partire dalla sua apertura. Se il mercato segna una diminuzione della quotazione del CFD, al trader spetta un guadagno; viceversa, se il contratto aumenta di valore, il trader subisce una perdita.

Occorre fare attenzione alle parole usate: se il trader decide di investire su un contratto di tipo Acquista (al rialzo), per chiuderlo è sufficiente chiudere la posizione. NON occorre quindi aprire una (ulteriore) posizione di tipo Vendi, bensì semplicemente chiudere quella già aperta.

Allo stesso modo, se il CFD acquistato è di tipo Vendi (al ribasso), non occorrerà aprire una nuova posizione Acquista per concluderlo ma basterà ordinarne semplicemente la chiusura.

Gli asset negoziabili

Come abbiamo spiegato all’inizio, i CFD si basano sui risultati di altri strumenti finanziari, di cui ne replicano le performance. Esistono diverse categorie di prodotti, o asset, collegati ai CFD, sui quali è possibile negoziare con le piattaforme di trading.

Qui di seguito, elenchiamo gli asset generalmente negoziabili con i CFD:

Criptovalute. I CFD sulle criptovalute hanno ottenuto un notevole successo a partire dal 2017, sebbene i CFD Bitcoin fossero già presenti da diversi anni. In base al broker selezionato, si può fare trading su tutte le criptovalute a maggiore capitalizzazione, così come su quelle “minori”.

Cambi valutari o Forex. Il mercato delle valute costituisce uno degli scenari più popolari sui quali è possibile negoziare con i CFD. Sulla base del FOREX il trader può investire sulle fluttuazione di coppie valutarie, e cioè sul rapporto tra due valute diverse, come nell’esempio della coppia valutaria Euro/Dollaro, EUR/USD, e del loro rapporto di scambio reciproco. Oltre ai cambi principali, costituiti dalle valute più importanti, il trading CFD opera sui cambi secondari e sui cambi virtuali, dove uno degli elementi della coppia è costituito da una criptovaluta.

Azioni. L’acquisto di CFD su titoli azionari offre la possibilità di realizzare guadagni a seconda dell’andamento dei titoli sui mercati, ma non concede alcun diritto societario associato ai titoli stessi. A seconda della piazza dove questi titoli sono quotati, le azioni sottostanti ai CFD sono suddivise per paese: si avranno quindi, ad esempio, sottocategorie di contratti legati a titoli americani, italiani, e così via.

Materie prime. Il trader ha tra le possibilità di acquisto una serie di contratti correlati ai futures emessi sulle materie prime: i CFD sono suddivisi per scadenza del derivato (a 3,6, 12 mesi, ed esempio) e per il gruppo di appartenenza (petrolio, oro, ecc.).

Indici. L’andamento delle Borse si misura, in tempo reale, su indici quali NASDAQ, FTSE MIB, Dow Jones. I futures ad essi collegati sono replicati in una specifica categoria di CFD, basata sul rialzo o il ribasso di questi indici.

ETF. Tra gli strumenti finanziari collegati ai CFD costituiscono una particolare tipologia gli ETF, o Exchange Traded Fund. Come il nome suggerisce, si tratta di particolari fondi di investimento le cui quote vengono scambiate allo stesso modo dei titoli azionari. I CFD regolati sugli ETF replicano l’andamento sul mercato dei futures associati a questi strumenti finanziari.

Obbligazioni. Differentemente dalle azioni, le obbligazioni societarie non comportano all’acquirente la qualifica di socio bensì di creditore. È possibile emettere, quindi, quote di società, rappresentate dalle azioni, o quote di credito, come nel caso delle obbligazioni. I futures emessi su quest’ultima tipologia condizionano l’andamento dei CFD sulle obbligazioni.

Opzioni. Esistono strumenti finanziari negoziabili che permettono al titolare di esercitare il diritto di acquisto (opzione call) o di vendita (opzione put) di un titolo. Le opzioni, come il nome suggerisce, non obbligano il titolare ma concedono a chi le detiene la possibilità di esercitare un diritto di acquisto o vendita. Sulle piattaforme di trading CFD possono essere negoziati contratti CFD al rialzo o al ribasso di queste opzioni.


Capitolo 2. La Leva Finanziaria

In questa sezione saranno illustrati più in dettaglio i meccanismi che regolano il funzionamento dei CFD. Introdurremo le nozioni di leva finanziaria, margini e spread, spiegandone i meccanismi per offrirvi tutti gli strumenti utili per operare all’interno delle piattaforme online di trading.

La leva finanziaria dei CFD

Abbiamo ricordato, all’inizio di questa guida, uno dei vantaggi che hanno contribuito al successo delle piattaforme basate sui CFD negli ultimi anni, e cioè la possibilità per l’utente di operare sul trading partendo anche da un minimo investimento. Il funzionamento della leva finanziaria permette questo vantaggio.

La leva finanziaria dei CFD infatti rappresenta la frazione di esposizione economica del trader rispetto al valore complessivo degli strumenti negoziati.

Ad esempio 1:10 significa che il trader si esporrà con 1/10 rispetto al valore dell’asset negoziato. Non è chiaro? Lo capirete tra un po’.

Modificando il valore della leva finanziaria, si varia anche la somma totale di investimento da parte del trader. Un esempio numerico faciliterà la comprensione.

Immaginiamo di voler operare con 100 unità di una criptovaluta che ha valore di 100€. In assenza di leva finanziaria, si tratterebbe di un investimento nominale di 10.000€ (100 x 100€), senza considerare altri costi di gestione. Le piattaforme di trading con CFD richiedono un impegno economico inferiore, che è possibile scegliere calibrando la leva finanziaria.

Leva di 400:1 = 10000/400 = 25€ anziché 10.000€

Leva di 200:1 = 10000/200 = 50€ anziché 10.000€

Leva di 100:1 = 10000/100 = 100€ anziché 10.000€

Leva di 50:1 = 10000/50 = 200€ anziché 10.000€

Leva di 20:1 = 10000/20 = 500€ anziché 10.000€

Leva di 10:1=10000/10 = 1.000€ anziché 10.000€

eccetera.

L’esposizione del trader, e cioè il rischio economico, varierà proporzionalmente alla leva finanziaria adottata. Ovviamente, anche i risultati cambieranno in proporzione. Ricordatevi che maggiore è la leva, maggiori sono i rischi, poiché le variazioni agiscono sul capitale del trader in modo più veloce.

La leva finanziaria varia a seconda del broker e dello strumento finanziario selezionato.

Il consiglio sempre valido per chi comincia per la prima volta ad operare su piattaforme di trading con CFD è di evitare per lo meno all’inizio di utilizzare leve eccessivamente alte, per non incorrere nel rischio di perdite ingenti. Anche se il richiamo di possibili guadagni immediati è forte, è sempre meglio imparare a conoscere i meccanismi e assicurarsi per quanto possibile contro gli imprevisti del mercato.

Con le criptovalute, ad ogni modo, le leve sono molto basse. Solitamente da 1:2 a 1:5.


Capitolo 3. I margini dei CFD e lo Spread

Una volta spiegata la leva finanziaria, occorre ora capire cosa si intende per margine dei CFD, un altro meccanismo che regola la negoziazione di questi contratti sulle piattaforme di trading,

Il margine iniziale rappresenta la somma del valore ricavato grazie all’utilizzo della leva finanziaria: è quindi il valore di esposizione del trader, una frazione del totale della somma su cui si va a negoziare. Nel nostro caso precedente, ad esempio, in funzione di una leva finanziaria di 100:1, sul totale di 10000€, il nostro margine iniziale sarà pari a 100€. È sul valore del margine iniziale che vanno calcolate le variazioni registrate dall’asset di riferimento, e cioè dagli strumenti finanziari che costituiscono la negoziazione dei nostri CFD.

A garanzia per il servizio di leva finanziaria offerto dal broker, viene trattenuta invece una somma denominata margine di mantenimento. È un valore che non viene intaccato ma è conservato a garanzia dell’investimento e del servizio di copertura finanziaria offerto dalla società di intermediazione, attraverso l’uso della leva finanziaria. Una volta conclusa la negoziazione di CFD il margine di mantenimento viene restituito nella sua integrità, a meno di non sforato eventuali livelli di liquidità.

Se quindi la leva finanziaria rappresenta un vantaggio per il trader, in quanto permette di investire somme anche minime diminuendo l’area di esposizione economica, è necessario controllare con attenzione la condizione di liquidità del proprio conto per garantire il margine di mantenimento, una condizione necessaria al servizio di copertura offerto dal broker.

Spread

Per spread si intende la differenza tra il prezzo bid e ask di un asset in un preciso istante. Per prezzo bid e ask si intendono i prezzi di acquisto e il prezzo di vendita di un prodotto finanziario.

Lo spread rappresenta la base per il calcolo del compenso dovuto al broker, e viene trattenuto automaticamente al momento dell’apertura di una posizione.

È importante sottolineare questo aspetto, perché il trader che opererà la sua negoziazione la troverà immediatamente in passivo, essendo calcolato in fase iniziale lo spread. Basterà recuperare questa piccola somma spesa in apertura per far ritornare il valore in attivo. Nei dettagli della negoziazione, lo spread è rappresentato in percentuale,  e generalmente richiede pagamenti di somme decisamente inferiori a quelle normalmente richieste da altre tipologie di intermediazione finanziaria.


Capitolo 4. I Dettagli del CFD

In questa sezione potrete comprendere, voce per voce, tutti gli altri dettagli e informazioni presenti su un CFD, così come si trovano sulle migliori piattaforme di trading online offerte dai broker.

Le due voci più in vista saranno quelle relative al prezzo di acquisto e di vendita:

  • Acquista: sebbene non sia nell’immagine, troverete sempre il prezzo di acquisto. Questo si riferisce alla quotazione, ossia il valore, del vostro CFD
  • Vendi:  la quotazione di vendita dello stesso contratto

Qui di seguito, un esempio dei dettagli relativi ad un CFD su criptovaluta.

Analizziamo tali voci in dettaglio:

  • Spread per unità*: è calcolato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita sull’importo unitario dello strumento.
  • Premio sugli acquisti/vendite: espresso in punti percentuale, rappresenta una parte molto limitata della posizione da aggiungere o sottrarre per mantenerla aperta anche il giorno o i giorni successivi. Il più delle volte si trova con segno negativo, diventando un piccolo costo. Non dimenticate che durante il fine settimana, se lasciata aperta, la posizione accumulerà tre passaggi, triplicando quindi questo costo.
  • Margine iniziale: si tratta dell’esposizione economica effettiva del trader nei confronti della posizione
  • Leva: misura attraverso un rapporto numerico la leva finanziaria garantita dal broker e che determina il calcolo del margine iniziale.
  • Spread%: con questa voce si indica lo spread in punti percentuale in base al prezzo del CFD. Quando si opera in mercati caratterizzati da alta volatilità, lo spread tende a essere modificato con il variare delle condizioni.
  • Margine di mantenimento: operando come garanzia del trader nei confronti del broker, il valore pari al margine di mantenimento viene bloccato in posizione di apertura. Se gli andamenti del mercato determinano una caduta dell’equity** al di sotto di questo margine, l’operazione viene chiusa dal broker per evitare al trader di entrare in posizione debitoria.
  • Scade giornalmente: alcune tipologie di CFD scadono in giornata, e cioè raggiungeranno la posizione di chiusura al termine del giorno. Il valore “no” in questo campo ha la capacità di prolungarne la durata fino al giorno successivo di contrattazione.

* Il margine minimo di unità a partire dal quale si può cominciare a negoziare in trading online è dato dal lotto minimo, o quantità minima di unità: è questo il numero di titoli base per iniziare a operare sulle piattaforme.
** Al termine delle operazioni, e cioè una volta chiuse tutte le operazioni, si può ottenere il capitale a disposizione: il suo valore, definito equity, è calcolabile in questo modo: PROFITTI – PERDITE + MARGINE INIZIALE (che può includere anche il margine di mantenimento).


Capitolo 5. Broker e piattaforme

Per operare con il trading online di CFD è necessario scegliere un broker. Capire chi sono, come operano e come sceglierli è fondamentale. Qui di seguito forniamo le informazioni su alcuni dei principali fornitori di CFD al mondo, operanti in Italia, legali, autorizzati e conformi alle normative vigenti.

PLUS 500 – Una scelta vastissima di CFD, una piattaforma propria estremamente facile da usare e immediata e un deposito minimo richiesto per iniziare a negoziare: sono questi alcuni dei punti di forza che rendono Plus 500 uno dei broker più conosciuti e scelti tra i trader. Il portafoglio virtuale di scelte che possono essere operate all’interno di Plus 500 conta all’incirca 3000 CFD disponibili tra cui, oltre a diverse criptovalute, oltre 2000 titoli azionari, ma anche Materie Prime, ETF, Cross Valutari, Opzioni Classiche, Indici.
Plus 500 opera su una piattaforma di propria produzione che porta il suo stesso nome: un display semplificato e facilmente riconoscibile permette al trader di operare con immediatezza; per cominciare da subito su un conto demo, Plus 500 non richiede alcuna cifra. Un deposito minimo di 100€ è invece richiesto per il conto reale.

IQ Option – Divenuta inizialmente nota per le opzioni binarie, IQ Option si è successivamente evoluta offrendo ai suoi clienti anche altri prodotti tra cui le opzioni classiche, le opzioni digitali e infine anche le criptovalute. IQ Option consente di acquistare le criptovalute dal mercato, a partire da 1$.

eToro – eToro rappresenta la più famosa piattaforma di social  trading, che consente agli utenti di comunicare tra loro con gli stessi strumenti di un social network. Inoltre, consente agli utenti di copiare altri utenti, selezionandoli da speciali classifiche di rendimento sulle operazioni. Infine, offre la possibilità ai trader più esperti di farsi copiare e guadagnare in base ai propri copiatori.

I broker e le loro funzioni

Per negoziare all’interno di una piattaforma di trading on line è necessario utilizzare i servizi di un broker. Sarà il broker a offrire i CFD sui quali investire il proprio capitale.

I broker operanti nel trading online di CFD si caratterizzano come “discount broker”, o broker economici: i loro compensi ridotti rendono la loro attività di intermediazione più vantaggiosa per l’investitore rispetto ad altri operatori finanziari. Il motivo principale risiede nel fatto che, offrendo agli utenti una piattaforma per le negoziazioni, queste sono aperte e chiuse in modo automatico: le contrattazioni dei titoli avvengono grazie all’uso dei software e senza alcun passaggio intermedio, che appunto risulta in un costo, a seconda dell’entità dei capitali coinvolti.

La popolarità del trading online su CFD nasce proprio dalla combinazione dell’abbattimento dei costi di intermediazione e alla limitata quantità di investimento minimo richiesto: la negoziazione di titoli diventa realmente alla portata di tutti, grazie alle basse spese per la gestione del proprio conto e delle operazioni di trading.

I costi derivanti dall’utilizzo di un broker per l’attività di trading online di CFD si limitano a poche voci: la più importante è rappresentata dallo spread, e cioè la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita del contratto negoziato. Il broker recepisce al momento stesso dell’apertura di una posizione una percentuale, lo spread appunto, a ricompensa dell’attività di intermediazione.

Alcune piattaforme offrono la possibilità di negoziare CFD in modalità demo senza richiedere alcun deposito, altre invece rendono necessaria la creazione di un conto reale con una quota di investimento minima per contrattare virtualmente titoli e strumenti.

Ogni broker presenta caratteristiche diverse rispetto alla possibilità o meno di andare in rosso, attraverso il principio del margine di contenimento. Plus500, ad esempio, non permette al trader di scendere in passività.

Le piattaforme di trading CFD

Per poter negoziare contratti di tipo CFD è necessario un ambiente, un luogo virtuale dove avvengono gli scambi e dove sia sempre visibile il conto economico del trader: questa è la piattaforma di trading, altrimenti denominata piattaforma di contrattazione o software di trading.

Ogni piattaforma è diversa dalle altre, e offre un proprio impatto grafico e una serie di opzioni e funzionalità che la contraddistingue. Il tipo di servizio che il broker intende offrire, e la categoria di utente al quale è rivolto, genera quindi diverse modalità di presentazione della piattaforma: ci sono infatti interfaccia più semplici, facili da gestire, destinate a trader alle prime armi, e servizi più evoluti destinati a utenti più navigati. Alcune piattaforme offrono pagine di informazione e notizie aggiornate sul mercato, e altri software si limitano alla gestione del portafoglio e delle posizioni di apertura e chiusura dei CFD.

Al di là delle differenze estetiche e di contenuti, tutte le piattaforme presentano elementi comuni nella pagina principale, per poter operare nel trading avendo sotto controllo tutte le variabili più importanti:

  • La lista di tutti gli asset finanziari negoziabili all’interno della piattaforma e loro quotazione in tempo reale
  • Il grafico in tempo reale degli asset
  • Il conto economico del trader
  • Funzioni per l’apertura e chiusura di posizioni
  • Altre modalità e funzioni e ordini supplementari, come ad esempio stop loss e take profit

Queste sono le attività fondamentali per il trading online, che ogni piattaforma supporta anche se con modalità differente e interfaccia personalizzati.
Altri contenuti che si possono trovare in una piattaforma di trading, anche se con posizioni e priorità diverse, sono le analisi tecniche sugli strumenti offerti o le spiegazioni dettagliate dei CFD.

Infine ogni broker può offrire sulla propria piattaforma servizi specializzati, quali il contatto diretto per consulenze e informazioni, aggiornamenti e approfondimenti sul mercato, ecc.


Capitolo 6. Esempio di trading con CFD

Dopo aver esaminato, punto per punto, le basi di funzionamento del trading online con CFD, è arrivato il momento di passare dalla teoria alla pratica. In questa sezione è illustrato un esempio di negoziazione con CFD: potrete notare da soli come il passaggio dalle parole ai fatti sia più chiaro.

I conti in modalità demo hanno questo vantaggio: permettono un esercizio costante sulle pratiche di funzionamento del trading senza dispendio di denaro e evitando l’assunzione di rischi economici.

Aggiornamento e pratica sul mercato

Il trading su CFD non opera su variabili inventate o dinamiche lontane della realtà: i contratti sono infatti legati a dinamiche di mercato che è bene conoscere se si ha intenzione di negoziare posizioni di apertura con relativi investimenti.

È una regola di buon senso: senza una buona conoscenza generale dei contesti nei quali si opera non ha senso gettare denaro a caso. Nel particolare esempio del trading online, perciò, prima di investire cifre più o meno importanti costituisce un approccio sano e razionale lo studio del mercato: una panoramica di base sugli andamenti generali dei listini o delle valutazioni eviterà errori macroscopici o rischi facilmente evitabili.

Più in particolare, è consigliabile concentrare ricerca, studio e pratica, almeno per chi comincia da neofita a operare sul trading, su pochi asset. Specializzarsi su specifici strumenti finanziari consente di evitare una dispendiosa dispersione di tempo e denaro, e può portare a risultati soddisfacenti con più facilità.

Ecco le prime cinque regole che è bene tenere a mente, prima di passare a consigli più specifici:

  1. Tenersi informati, aggiornarsi tramite letture e ricerche sul mercato e sulle variabili macroeconomiche che lo influenzano
  2. Concentrare la propria attività su pochi, specifici asset, almeno in una prima fase.
  3. Utilizzare gli strumenti tecnici a disposizione per leggere con più efficacia le evoluzioni del mercato (vedi il capitolo 5)
  4. Servirsi dei conti demo offerti dalle piattaforme di trading per acquisire dimestichezza e pratica
  5. Attenersi a un piano economico preciso, con un budget di investimento da non superare o modificare in corsa.

Apertura della posizione e applicazione stop

Una volta studiato il mercato e capito su cosa si vuole investire, con le idee chiare sull’asset finanziario da negoziare e la sua andatura e posizionamento, si hanno le carte in regola per aprire una posizione. Esaurita la parte teorica e divenute chiare le nozioni principali del trading, se si pensa di avere un’opinione valida su come oscillerà la quotazione di uno specifico strumento finanziario, si può finalmente passare alla pratica.

Prima di tutto, scegliete un asset sul quale negoziare il vostro CFD. Una volta individuata la vostra selezione, basta cliccare sulle opzioni “Acquista” o “Vendi” per aprire una posizione: nel primo caso, avete l’intenzione di operare al rialzo del valore in questione. Nel secondo caso, viceversa, investite sul ribasso.

  • Quando si apre una posizione d’acquisto, Long o al rialzo, i guadagni ottenuti sono proporzionati al rialzo della quotazione dell’asset collegato al CFD. Viceversa, in caso di ribasso dell’asset negoziato, avremo perdite parimenti in proporzione.
  • Quando si apre una posizione di vendita, Short o al ribasso, i guadagni ottenuti sono proporzionati al ribasso della quotazione dell’asset collegato al CFD.Viceversa, in caso di rialzo dell’asset negoziato, avremo perdite parimenti in proporzione.

In occasione di apertura di una posizione, sia essa Long o Short, saranno richiesti alcuni dettagli per completare l’operazione. Saranno queste variabili da inserire al momento dell’apertura a determinare le caratteristiche e l’entità della posizione.

  • Quantità di titoli da negoziare: ogni asset ha una quantità minima di negoziazione, facilmente individuabile diminuendola fino al minimo
  • Stop loss: con questo valore si esprime la massima perdita che si può sopportare con la posizione in apertura. Questa sarà chiusa automaticamente una volta raggiunto questo livello.
  • Limit order, Stop limit o Take Profit: parallelamente allo Stop loss, esprime il limite massimo di guadagno oltre il quale la posizione sarà automaticamente chiusa.
  • Stop operativo: Alcune piattaforme di trading permettono di superare il limite posto dallo Stop Loss nel caso di una variazione positiva delle condizioni del mercato; il meccanismo di funzionamento può essere meglio compreso all’interno della guida al trading con Plus500, piattaforma che consente l’opzione di Stop operativo.
  • Stop garantito: al costo aggiuntivo di uno spread superiore, è possibile in alcune piattaforme attivare un ulteriore tipo di stop, allo scopo di ottenere ulteriori garanzie contro il rischio di eccessiva volatilità e rapide variazioni nelle quotazioni dello strumento negoziato.

In questa immagine si prosegue con l’esempio di un CFD Long, o “Acquista”, dove il trader punta al rialzo. In questo caso, è possibile attivare l’opzione Stop operativo, misurato dal valore Pip.

Chiusura della posizione

Ci sono tre modalità per chiudere una posizione, una volta aperta: manualeautomatica e obbligata. Nei primi due casi, spetta allo stesso trader che ne ha ordinato l’apertura la decisione sulla sua chiusura, mentre se il livello di perdite scende eccessivamente sarà il broker a operare la chiusura.

  • Chiusura manuale: in condizione di mercato aperto, ad ogni momento il trader può scegliere di chiudere la posizione aperta semplicemente cliccando su “Chiudi posizione”. Aprire una posizione di segno opposto a quella precedente ( “Vendi” contro “Acquista”, o viceversa) non ne determinerà la chiusura ma solo l’apertura di una seconda posizione. Se al contrario il mercato è già chiuso, il trader non potrà richiedere la chiusura della posizione ma soltanto ordinarla per il giorno successivo di contrattazione.
  • Chiusura automatica: in questo caso la posizione di chiusura scatta al completarsi di un ordine automatico che il trader programma in anticipo, come nei casi di chiusura al raggiungimento di limiti massimi imposti di guadagni o perdite (stop limit e stop loss).
  • Chiusura obbligata: a differenza delle altre due modalità di chiusura, la chiusura obbligata è realizzata dal broker e non dal trader, sempre in modo automatico, per evitare perdite eccessive e tutelarsi. Se l’equity, a causa di fluttuazioni negative del mercato, si abbassa al di sotto del margine di mantenimento (che è, ricordiamo, la somma trattenuta a garanzia dal broker), quest’ultimo avviserà il trader della situazione: la “Margin call”, o Chiamata a margine, consiste in una richiesta di immissione di ulteriore liquidità sul conto temporaneamente in rosso. Se il trader non agisce e la posizione resta in passivo, questa viene automaticamente chiusa.

Capitolo 7. Trading CFD di qualità

Come in ogni attività, anche nel trading online di CFD non si improvvisa e non si costruisce dal nulla. Per operare con risultati positivi e costanti, è necessaria una continua preparazione e uno studio approfondito della materia: è questo che distingue chi incomincia per curiosità a negoziare con il trading da chi invece investe in modo serio e programmatico sui CFD. Come abbiamo visto in precedenza, è fondamentale, ancor prima di cominciare a esercitarsi con i conti in modalità demo, avere una panoramica del mercato e una conoscenza dei suoi meccanismi. Se però volete fare sul serio avete bisogno di una serie di strumenti tecnici che accompagnino le vostre decisioni di investimento. Di seguito proveremo a spiegare alcune delle tecniche di analisi per muoversi con sicurezza nel mondo del trading di CFD.

Analisi fondamentale

Per quanto riguarda le criptovalute, l’analisi fondamentale si limita per lo più all’aggiornamento tramite news finanziarie da fonti autorevoli di informazioni, seguendo di pari passo le fluttuazioni dei mercati.

Per quanto riguarda altri strumenti, come ad esempio le coppie valutarie tradizionali, saranno importanti gli indicatori macroeconomici, mentre per le azioni saranno importanti i bilanci e le novità settoriali.

Una volta individuato il mercato di riferimento per la propria attività di negoziazione, è importantissimo conoscerne a fondo le caratteristiche. Ogni asset opera in un determinato contesto, dove agiscono specifiche variabili dalle quali ne è, con intensità più o meno elevata, condizionato. L’analisi fondamentale studia le dinamiche di questo contesto, e ha l’obiettivo di leggere la realtà che lo circonda con rigore e metodo: se vogliamo negoziare un CFD su un particolare titolo azionario, ad esempio, dobbiamo aver presente le caratteristiche economiche e finanziarie del mercato di appartenenza, la solidità del gruppo, la situazione patrimoniale, ma, con uno sguardo più allargato, anche le variabili macroeconomiche rivestono grande importanza per la nostra analisi.

Analisi tecnica

Se con l’analisi fondamentale possiamo farci un’idea di cosa è successo o sta succedendo nel mercato di riferimento che ci interessa, grazie all’analisi tecnica spostiamo il nostro sguardo per provare a leggere ciò che succederà: dalla lettura del presente, con gli strumenti specifici offerti dall’analisi tecnica, proviamo a leggere il futuro.

Fondamentalmente alla base di questo approccio si trova l’elaborazione grafica di dati matematici e statistici sulle evoluzioni dei valori: le fluttuazioni al rialzo o al ribasso delle quotazioni di un particolare asset, registrate in precedenza, permettono un’estrapolazione di una serie che può offrire interessanti indicazioni.

Si tratta quindi di interpretazione dei grafici dei prezzi, tramite l’utilizzo di determinati strumenti, tramite la quale è possibile individuare il momento migliore per entrare sul mercato, e cioè aprire una posizione di acquisto o vendita, seguendo cicli periodici già intervenuti in precedenza.

Complicati calcoli matematici e sofisticati modelli statistici (già inclusi in grafici applicabili con un semplice clic) costituiscono il cuore di un’analisi tecnica, la quale però, come è facilmente immaginabile, non costituisce una scienza infallibile. È bene ricordare che, per quanto utile per individuare cicli periodici nelle fluttuazioni dei valori, non può costituire il solo criterio di valutazione delle scelte di investimento: è infatti sempre presente, nell’attività di negoziazione di asset finanziari, una parte di imprevedibilità che può contraddire la previsione elaborata dalla lettura tecnica di modelli statistici.

Strumenti per il trading avanzato con CFD

Una volta introdotta la differenza tra i mezzi di ausilio alle nostre decisioni, dobbiamo solo capire come ottenere queste informazioni per operare al meglio nel trading online.

L’analisi fondamentale è costituita da elementi e nozioni facilmente alla portata di tutti: giornali e riviste generaliste e di settore, approfondimenti economici e finanziari, l’oceano della rete dove è possibile trovare, in tempo reale, informazioni dettagliate sulle evoluzioni dei mercati. Certamente, alcuni degli asset negoziabili possono vantare una maggiore quantità di chiarezza e conoscenza, come ad esempio i CFD sugli indici o i cambi valutari; per altri, quali i titoli azionari o le materie prime, le ricerche possono essere più estese, mentre i CFD applicati su ETF e Opzioni raggiungono un livello di difficoltà più elevato nel reperimento di informazioni utili.

Sono invece le stesse piattaforme di trading online a offrire diversi strumenti per completare un’analisi tecnica. Ogni broker propone una serie diversa di letture e metodologie, ogni piattaforma elabora una diversa strategia per offrire al trader un ausilio all’attività di negoziazione.

Ogni piattaforma presenta una modalità diversa per lavorare sui valori elaborati e applicarli alle finzioni: in Plus500, ad esempio, basta cliccare il pulsante f(x) posto sopra il grafico.

Ad ogni momento, è possibile applicare l’indicatore di riferimento sul grafico delle quotazioni in tempo reale: la funzione matematica e statistica rappresenterà un risultato visivo per aiutare le nostre decisioni. Ecco ad esempio cosa succede applicando l’indicatore della media mobile su Plus500.


Ora tocca a voi

Vi abbiamo offerto gli elementi di base per operare su una piattaforma di trading online con CFD: è giunto il momento per porre in pratica ciò che avete imparato fino a questo momento.

Scegliete la piattaforma che preferite per iniziare ad operare in modalità demo gratuita e, se vorrete, anche in modalità reale.